MedFocus.it

Correlazioni in Medicina



Infezione ospedaliera ed extraospedaliera come innesco di malattia cardiovascolare


Le infezioni acute sono noti fattori di innesco di malattie cardiovascolari, ma si sa poco su come il rischio di malattia cardiovascolare vari per le infezioni ospedaliere rispetto a quelle extraospedaliere.
Si è ipotizzato che le infezioni ospedaliere ed extraospedaliere siano associate al rischio di malattia cardiovascolare e che l'associazione sia più forte per le infezioni ospedaliere.

Casi di malattia coronarica e casi di ictus ischemico sono stati identificati e giudicati nello studio ARIC ( Atherosclerosis Risk in Communities Study ).

Sono state confrontate le infezioni ospedaliere ed extraospedaliere tra casi di coronaropatia e ictus ischemico ( 14, 30, 42 e 90 giorni prima dell'evento ) con corrispondenti periodi di controllo 1 e 2 anni prima.
In totale sono stati analizzati 1.312 casi di malattia coronarica incidente e 727 casi di ictus incidente.

Le infezioni ospedaliere ( odds ratio a 14 giorni, OR=12.83, a 30 giorni OR=8.39, a 42 giorni OR=6.24 e a 90 giorni OR=4.48 ) e le infezioni extraospedaliere ( a 14 giorni OR=3.29, a 30 giorni OR=2.69, a 42 giorni OR=2.45 e a 90 giorni OR=1.99 ) sono risultate più comuni in tutti i periodi dei casi di malattia coronarica rispetto ai periodi di controllo e le infezioni ospedaliere sono state fattori di innesco più forti di malattia coronarica per tutti i periodi ( P minore di 0.05 ).

Anche l'infezione del paziente ricoverato è stata un fattore più forte di innesco di ictus con la differenza borderline statisticamente significativa ( P minore di 0.10 ) per i periodi di tempo di 42 e 90 giorni.

In conclusione, le infezioni ospedaliere ed extraospedaliere sono associate a rischio di malattia cardiovascolare.
I pazienti con infezione ospedaliera possono essere a rischio particolarmente elevato di malattia cardiovascolare e dovrebbero essere considerati potenziali candidati per la profilassi della malattia cardiovascolare. ( Xagena2018 )

Cowan LT et al, J Am Heart Assoc 2018;7(22):e009683. doi: 10.1161/JAHA.118.009683.

Cardio2018 Inf2018 Neuro2018


Altri articoli